giovedì 21 novembre 2013

tortini morbidi ricotta e limone

Questo è uno dei miei cavalli di battaglia. Soffici, bianchi e falsamente sofisticati, questi tortini si preparano velocissimamente e si conservano un paio di giorni in frigorifero. Ma dato che sta arrivando il freddo polare, il mio consiglio è di lasciarli raffreddare a temperatura ambiente una volta sfornati, e mangiarli tutti subito (in realtà in un contenitore affidabile arrivano anche al giorno dopo fuori frigo).
Per la cottura ho usato uno stampo in silicone per 6 muffin, da riempire quasi fino all'orlo perché questi non lievitano, quindi non si affacciano fuori.
Nelle foto (scattate la settimana scorsa quando le temperature erano ancora più che clementi) c'è un contorno di pesche sciroppate e zenzero. Per una salsa più da basse temperature, le pesche possono essere saltate in padella con un po' di vino bianco.



Ingredienti x 6 tortini

250 g ricotta
150 g zucchero
1 cucchiaio di fecola di patate
2 uova (albumi separati dai tuorli)
la scorza grattugiata di 1 limone

Preparazione

Scaldare il forno a 160°.
In una terrina, unire la ricotta, i 2 tuorli, lo zuccheroe la fecola e mescolare con la frusta a mano finché non si ottiene una cremina uniforme. Unire la scorza del limone e continuare ad amalgamare. In un'altra terrina, montare gli albumi a neve e unire al primo composto. A questo punto l'impasto è pronto per essere versato negli stampini.


La cottura va effettuata a bagnomaria, ovvero gli stampini vanno infornati all'interno di una teglia con un po' d'acqua, un po' come in alcune ricette per il creme caramel. Io ho usato giusto due dita. Il tempo di cottura è di circa 25 minuti, poi dato che i tortini sono, e rimarranno, sofficissimi, bisogna farli raffreddare con pazienza (per me è dura) un po' nel forno spento, un po' a temperatura ambiente. Avere troppa fretta di sformare i tortini significa correre il rischio che si spappolino sul piatto e non in bocca!



Come ho detto, l'accompagnamento può essere dei più vari: pesche e basta, pesche al vino, pere e noci, pere caramellate... del cioccolato insieme al limone non sono una grande fan ma eventualmente può essere un'opzione anche quella!





martedì 12 novembre 2013

ricomincio dalla cipolla (ripiena)

Non aggiorno il blog da più di un mese!
Come giustificare tutto ciò?
 Di certo non posso dire che non ho mai cucinato, tantomeno che non ho mangiato!, in tutto questo tempo... c'è chi dice che i blog sono lo specchio delle stagioni del cuore (giuro che ho letto questa frase da qualche parte), c'è chi sottolinea che questo blog non è aggiornato con continuità e pertanto non costituisce una testata giornalistica; io ripeterò soltanto che sono stata un po' pigra e con la testa proiettata altrove.



E proprio la testa, con i capelli acciuffati così, si ricollega alle cipolle ripiene che hanno risvegliato la mia vena di foodblogger. Facili, scenografiche, economiche, e ci ho fatto entrare anche le zucchine.

Ingredienti per 4 persone

4 cipolle grandi bianche
250 g ricotta
1 zucchina tagliata a tocchettini sottili
succo di 1/2 limone
1 cucchiaio di pan grattato
2 cucchiai di semi di zucca (o pinoli)
1 rametto di rosmarino
2 spicchi d'aglio
noce moscata
olio, sale, pepe




Preparazione

L'unica cosa che apparentemente sembra un po' impervia in questa ricetta è lo svuoto della cipolla. In realtà è molto semplice: prima di tutto bisogna tagliare un'estremità della cipolla in modo che possa stare "in piedi" facilmente, dopodiché basta scoperchiarla e poi, con un cucchiaio, togliere la parte interna in modo da far rimanere solo un paio di strati. Le cipolle così svuotate si condiscono con un po' di olio, sale, pepe, aglio e rosmarino, si avvolgono individualmente nell'alluminio, e si mettono in forno a 180° per 25 minuti o finché saranno ammorbidite.
Nel frattempo si prepara il ripieno: facendo soffriggere la restante parte delle cipolle (tagliate a pezzettini) con la zucchina e i semi (pinoli, zucca o altro) e aggiungendo la ricotta mescolata con la noce moscata e il succo di limone.
Quando le cipolle in forno saranno sufficientemente morbide sfornare, riempire con la crema di ricotta e spolverare di pangrattato , quindi infornare di nuovo per altri 15 minuti.

Servire ancora nel cartoccio... io ho l'impressione che faccia molto "cena frugale in autunno" e ho sempre la segreta speranza che (cosa impossibile) i piatti non si sporchino :D



mercoledì 9 ottobre 2013

learning through mistakes - la misteriosa torta di zucchine

 

Un dolce caratteristico delle mie parti si chiama "scarpaccia", ed e' una torta bassa e gommosetta, rigorosamente dolce, a base di zucchine. Non potevo non essere tentata di inserirla in questo blog così tematico, così ho spinto mia mamma a interrogare un'anziana parente, depositaria di una ricetta veramente ancestrale, e di mettermi a conoscenza del segreto a stretto giro di posta, beh, email.

Sono ancora qui che rileggo le istruzioni, dopo due tentativi, e mi chiedo cosa possa essere andato storto. L'impressione è che l'anziana parente (oppure mia madre nel trascrivere quanto appreso) abbia scazzato, e anche di tanto, la quantità delle zucchine. 700 grammi? Al momento del primo tentativo mi é sembrato che fossero troppe, davvero troppe, e ho così dimezzato la quantità, per solidarietà, di tutti gli ingredienti. Ne è risultato una specie di frisbee secco e dolciastro, che però a sorpresa è piaciuto tantissimo a fidanzato e coinquilino, ovviamente ignari dell'originale, spingendomi a ripetere l'esperimento, questa volta, aggiungendo ingredienti in modo che le zucchine non sovrannumerassero (?) di troppo l'impasto.





Ne è venuta fuori un'improbabile e brulla torta da ora del tè, alta come una carrot cake e umidiccia in modo consolante, non estremamente pesante e assolutamente non stucchevole, che in ogni caso merita di venire citata nel mio sgagnherato diario culinario...

Ingredienti

600 grammi zucchine tagliate a pezzettini (no, a 700 grammi non ci sono arrivata. ma lo sapete quanti sono 700 grammi?!)
150 g burro fuso
150 g zucchero
4 uova
50 g farina
150 g farina autolievitante  (la ricetta prevedeva solo un cucchiaino di lievito ma la necessità di assorbire l'eccessiva quantità di zucchine mi ha spinto a questa scelta più gonfiata)

Preparazione

Dopo l'estenuante tour de force di tagliare le zucchine a rotelle e poi a triangolini, l'assemblaggio degli altri ingredienti con le fruste è stato una passeggiata. La torta cuoce in 50 minuti a 180° in una teglia rotonda.



A questo punto la domanda è: dato che le quantità iniziali erano 200 g farina, 150 zucchero, 100 di burro e 3 uova, non può darsi che le zucchine fossero 70g? E poi: ma succedono solo a me questi fatti? E inoltre: tra quanto tempo avrò di nuovo il coraggio di provare a realizzare la vera scarpaccia, e di sottoporre ai miei commensali ancora zucchine dolci?



lunedì 23 settembre 2013

il premio dell'amicizia blogger

Quando ho iniziato il blog qualche mese fa ero abbastanza convinta che non se lo sarebbe filato assolutamente nessuno.
In realtà era un po' quello lo scopo: dare un appuntamento a me stessa senza la necessità di appoggiarsi alla motivazione di altre persone nel coltivare un hobby.
Invece piano piano grazie a questo piccolo spazio sto interagendo con persone carine e scopro altri blog interessanti.
Non solo: qualcuno ogni tanto trova simpatico il mio, dato che ad esempio qualche settimana fa mi è stato assegnato il Premio dell'Amicizia Blogger da Letizia!



Anche se in ritardo quindi, e anche se far girare le "catene" non è mai stata esattamente una mia specialità, voglio in questo caso smentirmi. Pare dunque che la prima regola sia "svelare 7 cose che non sapete di me". Dunque vediamo quali esclusivi scoop posso rivelare:

1.Quando guardo una persona (esempio lo sconosciuto seduto di fronte a me sul treno) mi viene sempre da contargli le dita.
 2.Ho ancora due denti di latte.
3.Mi riesce difficile addormentarmi senza calzini.
4.Ho cancellato una conoscente da facebook perché mi ero stufata di vedere foto del suo sedere su una spiaggia tropicale come immagine del suo profilo.
 5.Appena ho finito di mangiare devo immediatamente lavare i piatti altrimenti sto male. Non li ho mai lasciati al giorno dopo.
6.Odio le etichette e ogni volta che ho provato a applicarne una alla mia persona mi sono dovuta violentemente smentire.
7.Alla fine, il mio piatto preferito rimane la pasta con le verdure grigliate fatta da mia mamma!


E dopo questo bagno di rivelazioni, devo assegnare il premio a 7 amici blogger con meno di 200 follower!
Rullo di tamburi... i nominati sono:

Le Ricette di Monsieur Tatin un incrocio di chimica e pasticceria di alta classe e indiscutibile verve!
La cucina di Anisja che spesso mi porta in giro per il mondo con piatti intriganti e difficilissimi da pronunciare
(ildeborino)BusyBee un'apina indaffaratissima, sempre rigorosamente in due lingue!
La Scrivania della Dany un diario pieno di creatività, fai da te, foto e disegnini deliziosi
Life is always beautiful che NON è un food blog ma mi fa sognare un mondo di prodotti di bellezza che rarissimamente mi concedo (anche perché non uso niente che non sia approvato BUAV, veg e vegan friendly e altre mille discriminanti... come sono noiosa!)
La cucina per principianti...ma anche altro  che ho scoperto da pochissimo ma con molto piacere :)

So contare e mi rendo conto che questi blog sono sei! Ce n'era un altro nella mia lista mentale (con 199 follower quindi era perfetto!), ma successivamente ho realizzato che nell'intestazione c'era una scritta: "Questo blog non ritira e non assegna premi". Mi è sembrata una scritta rivoluzionaria, e forse copierò questa scelta. Nel senso che avendo veramente poco tempo non vorrei finire a dare premi a caso, cosa che questa volta mi sono ben guardata dal fare!, soltanto per "far girare"...

Beh, un'altra cosa da sapere su di me (ma credo che fosse già ben chiara) è che anche le cose semplici le faccio difficili. Meglio che mi ributti sulla cucina! :D

mercoledì 18 settembre 2013

crostata di frolla con composta di mele

Finalmente ho trovato il coraggio di usare un enorme barattolo di composta di mele rigorosamente fatta in casa che ci era stato spedito tempo fa dalla mamma del mio ragazzo (visto che si avvicina il momento di andarla a trovare... bisognerà che relazioni sull'uso che ne ho fatto!).



Non ho la ricetta di questa composta, ma a un'attenta analisi è risultato che: 1-probabilmente è senza zucchero; 2-si tratta in pratica di polpa di mele fatta bollire a lungo, forse con un po' di limone; 3-ricorda molto, anche se è di gran lunga più buona, le monoporzioni di frutta frullata (PER ADULTI!) che si trovano al supermercato. Mi ricordo che quelle della Melinda (mela e pera, mela e pesca, etc) erano particolarmente buone. Quindi, se qualcuno vuole copiare questa idea di crostata senza marmellata, può usare quelle come base per la farcitura.

Ingredienti (per uno stampo quadrato lato 15cm)

Per la frolla
200 g farina
100 g zucchero
95 g burro
2 tuorli
la scorza grattugiata di 1 limone



Per la farcitura

200 g composta/purea di mele
1 cucchiaio di uvette
172 barattolo di pesche sciroppate a fettine
1 cucchiaino di cannella

Preparazione

Per la frolla ho usato la ricetta che di solito uso a Natale per fare i biscotti: ingredienti secchi a fontana, la scorzetta del limone grattugiata a scaglie un po' più grosse; ho formato una palla con il burro ammorbidito e i tuorli, e ho lasciato riposare una ventina di minuti prima di stendere. Nel frattempo ho preriscaldato il forno a 180°e ho imburrato leggermente la teglia.
Nello stendere la frolla, mi sono accorta che la quantità di pasta era perfetta per la teglia, e che invece di stenderla prima e poi trasferirla potevo anche schiacciare la palla per metà e poi aggiustarla direttamente alla teglia, aiutandomi con un bicchiere al posto del mattarello e facendo in modo che rimanesse un bordo di circa mezzo cm su ogni lato.



A questo punto ho infornato la base della torta per 15 min, coperta con un foglio di alluminio riempito di fagioli come se si trattasse di una crostata seria! A metà cottura, quando cioè il biscotto era solido e solo appena marroncino sui bordi, ho sostituito i fagioli con la composta di mele e la frutta (in realtà le torte che ho fatto sono due, una con le uvette e una con le pesche), e ho fatto cuocere per un altro quarto d'ora.
Risultato, una merenda buonissima non eccessivamente dolce (la frolla era alla fine più dolce della farcitura) e -posso dirlo anche se suona dannatamente dietetico?- ricca di fibra!, che avrei voluto sfruttare come intermezzo durante i compiti... se solo avessi qualche decennio di meno e fossi di nuovo a scuola!




PS nella mia latitanza dal blog ho scoperto solo da poco che giorni fa la dolcissima Letizia di Il Risotto Perfetto mi ha regalato il Premio dell'Amicizia Blogger! Sono onorata e nonostante la mia proverbiale sbadatezza lo voglio far girare. Mi dedicherò a questo nel mio prossimo post... sto già stilando la lista dei miei vincitori! Grazie ancora Letizia!!!!!!

domenica 1 settembre 2013

ancora sul cous cous... e trota al cartoccio con burro al limone



E' finito agosto. Un mese di stress ingente a lavoro, tra colleghi in vacanza e orde della peggior specie di vacanzieri (chi lavora nella ricezione turistica capirà). E' arrivato settembre, il frizzante mese dei nuovi inizi che ho sempre amato tantissimo e che stimola anche una bradipa come me a individuare nuovi obiettivi. Ma soprattutto sono terminati i lavori di imbiancatura della mia cucina, di cui posso gradualmente riprendere possesso!

Ho voluto dunque inaugurare questo nuovo corso di cose:
1) continuando testardamente a mettere il cous cous in una ricetta che probabilmente avrebbe visto meglio il burgul (dovevo finire il pacchetto);
2)scomodando due elementi che non uso quasi mai, ovvero il pesce che in quanto essere ex vivente consumo con estrema limitazione (ma anche grande piacere), e il microonde che in quanto oggetto di dubbio impatto sulla salute accendo con ancor più scarsa frequenza;
3)abbondando con il burro anche se ciò, come già confessato altrove, fa inorridire i miei amici italiani. L'idea di una salsa di burro e limone fatta in casa mi è venuta quando con sgomento ho visto al supermercato un "preparato" in polvere per realizzarla mentre compravo il pesce, e mi è parso quasi immorale.



Ingredienti per 3 persone

Per il cous cous di contorno
1 tazza di cous cous
1 cipolla rossa
1 zucchina
olio d'oliva
sale
prezzemolo fresco
1/2 limone

Per la trota
3 filetti di trota (o salmone)
spicchi d'aglio
succo di limone
1 cucchiaino di olio d'oliva
prezzemolo fresco

Per il burro al limone
2 cucchiai di burro
1 cucchiaino di prezzemolo
1/2 limone
1 spicchio d'aglio
pepe
1 pizzico abbondante di sale

Preparazione

Per il cous cous alle verdure, la dinamica è più o meno quella descritta nel post precedente ovvero qui . L'unica differenza è che ho fatto rosolare la cipolla e la zucchina tagliata a rotelle in davvero pochissimo olio, aggiungendo un po'di succo di limone via via che le verdure rischiavano di seccare troppo, e ho evitato la noce di burro nel cous cous visto che il burro abbondava altrove.

Nel frattempo, ho incartato i filetti uno per uno nell'alluminio, dopo averli massaggiati da entrambi i lati con l'aglio e strofinati con olio sale limone e alcune foglie di prezzemolo, e li ho cotti in forno (nel forno normale) a 180° per circa 20 minuti.

Il microonde è stato utilizzato per ammorbidire il burro (tempo: 20 secondi, non uno di più) in modo che fosse cremoso ma non liquido, perfetto per incorporare l'aglio a pezzettini, il prezzemolo, il sale e il pepe. E' un trucchetto che ho imparato da una amica nordica che prepara così il burro all'aglio per il garlic bread. Ho sbattuto il composto per alcuni minuti, incorporando piano piano il succo di limone. Ne è derivata una cremina la cui burrosità era smorzata parecchio dal limone e dal "pizzico abbondante" di sale e pepe.

Al momento di aprire i cartocci ho scucchiaiato il cous cous alle verdure sul pesce, e li ho lasciati insieme a familiarizzare per alcuni minuti prima di servire, con un cucchiaino di salsa al burro per filetto.




Per chi se lo stesse chiedendo, la cremina al burro è quel fiocchetto a destra di fianco al pesce... non era molto fotogenica da sola, soprattutto in una cucina ancora in piena devastazione.

E voi che rapporto avete con il burro? Timore, delizia, pregiudizio, odio?
In ogni caso questo improbabile mix nato da una combinazione quasi casuale ha avuto un successo insperato!


domenica 11 agosto 2013

cous cous fantasia

Ultimamente ho sentito dire un gran bene del burgul. Che sarebbe un grano tostato in chicchini, di colore giallo, ottimo per insalate di verdura e piatti estivi. Sembra che tutti non facciano altro che mangiare il bulgur. Inoltre, al supermercato di roba turca&affini vicino casa mia hanno più varietà di bulgur che di pasta.

E' stato così che ho fatto una bella insalata di cous cous, per andare contrcocorrente, e soprattutto perché quando mi sono interrogata sulle differenze tra i due elementi mi è balzato subito all'occhio il fatto che il cous cous cuoce in meno tempo. E il tempo è prezioso se stai preparando il pranzo al sacco (tecnicamente il lunchbox per la tua gita fuori porta :)



Ingredienti x 4 persone

1 tazza di cous cous
1 tazza di acqua
olio d'oliva
1 cipolla rossa
1 spicchio d'aglio
1 peperone giallo
2 carote grattugiate
3 cucchiai di semi di zucca (ehm... quelli sgusciati)
2 cucchiai di uvette o cranberries essiccati
1 rametto di prezzemolo
2 rametti di menta
il succo di 1/2 arancia
il succo di 172 lime
sale
pepe



Preparazione

Il bello del cous cous è infatti che si fa in 5 minuti: le istruzioni sul pacchetto blu con la donnina non mentono, anche se usate un'altra marca. Si fa bollire una tazza d'acqua, si aggiunge una tazza di cous cous fuori dal fuoco con un cucchiaino d'olio, si mette in coperchio e si aspettano 10 minuti, sempre fuori dal fuoco: come per magia fa tutto da solo, si gonfia ed è pronto. Volendo per aggiungere cremosità si può aggiungere una noce di burro quando tutta l'acqua è stata assorbita (io lo faccio sempre nelle preparazioni con la passata di pomodoro, so che molti inorridirebbero infatti non lo sa nessuno, questa volta invece NON l'ho fatto).
Mentre il cous cous si prepara da sé, si fanno intanto soffriggere la cipolla e l'aglio in un cucchiaio d'olio con i semi di zucca, aggiungendo dopo poco il peperone tagliato a strisce per farlo ammorbidire. Intanto si spremono mezza arancia e mezzo lime (o limone, che alla fine la differenza è poca) e si versano sule carote grattugiate, per poi aggiungerle nella padella.
A quel punto il cous cous è pronto e può quindi raggiungere gli altri ingredienti. Aggiustare di sale e pepe e per ultime mettere le uvette (o altra frutta secca, io ho usato i cranberries, altrimenti vanno bene anche pezzetti di albicocca, ma non posso usare le albicocche tutte le volte) e prezzemolo e menta tritati.


Questa insalata non è male calda ma è buonissima fredda, soprattutto se tenuta in frigo con foglie extra di menta e spicchi di  lim(on)e!

Ovviamente, se volete dare visibilità alla vostra conoscenza e farmi notare se e perché sarebbe stato meglio usare il bulgur, sentitevi liberi nei commenti! Buona domenica!

sabato 3 agosto 2013

lift me up yogurt & frutta (secca e fresca)

Sono stata un po' in vacanza. So che quelli seri prima avvertono, poi ci vanno. Io invece ho fatto il contrario, ho semplicemente staccato (quasi) tutto e  mi sono presa una pausa finalmente abbastanza lunga, anche per pensare e disporre le mie ansie in file ordinate, cercando di dare a ognuna una priorità.
Una pausa anche abbastanza calda per spegnere davvero il forno -anche perché nell'esclusivo resort dove mi sono rifugiata cucina solo mia mamma.



Però in un paio di occasioni sociali ho avuto modo di riutilizzare e correggere il mio vincente tiramisu alla frutta... che di tiramisu non ha moltissimo mancando il caffé e l'uovo. restano i savoiardi, o pavesini, inzuppati in un cocktail di succo di frutta e il mio liquore preferito. Questa volta, anzi queste due volte visto che l'ho preparato in 2 versioni, ho pensato di alternare frutta fresca e frutta essiccata, altrettanto naturale (almeno si spera) ma più dolce, e tornata all'originaria sofficità dopo un'immersione nel succo di frutta.



Ingredienti

500 gr mascarpone
500 gr yogurt cremoso alla frutta (nel mio caso, fragola o albicocca)
230 gr zucchero a velo
2 bicchieri succo di frutta
1 bicchierino di liquore alla frutta (io uso sempre Cointreau)
200 gr albicocche o fragole essiccate
frutta fresca per decorare

Preparazione

In una ciotola amalgamare yogurt, mascarpone e zucchero (tenendo da parte due cucchiai per la parte liquida e per eventuale decorazione), prima con il cucchiaio in modo che lo zucchero non si innalzi nella classica nuvola che si deposita ovunque fuori dalla ciotola, poi con le fruste per sciogliere bene il formaggio e ottenere una crema liscia.
Nel frattempo, in una scodella, inzuppare i pavesini o savoiardi nel cocktail di succo e liquore e la frutta essiccata. Alternare uno strato di biscotti, uno di frutta secca e uno di crema, fino a esaurimento.



In generale a me piace non esagerare con gli strati di biscotti, non ne faccio mai più di due; preferisco abbondare con la crema. Decorare l'ultimo strato con la frutta fresca e eventualmente spolverare con lo zucchero rimasto, e conservare in frigo fino al momento di servire (se il momento di servire è molto prossimo, si può optare per 20 minuti in freezer).




Poi, siccome un po' degli ingredienti avanzano sempre, come non mettere inssieme "la merenda della cuoca"? Secondo me in porzioni individuali questo dolce non corre il rischio di spappolarsi nell'affettamento e si presenta ancora meglio! E tra parentesi si può preparare in fretta e furia come finale di una cena improvvisata per due-tre persone se avete solo un barattolo di yogurt, un fondo di mascarpone e un solo pacchetto di biscotti!





domenica 14 luglio 2013

pasta fredda con zucchine al vino e menta



Anche se recentemente un po' a rilento, sono arrivata al ventesimo post!
Essendo una che ha sempre prontamente schiacciato sotto i suoi stessi piedi e buttato nel metaforico water della vita tutti i piccoli progetti creativi che ha avuto, devo ammettere che questi pochi mesi hanno già un vago sapore di traguardo.

Nel frattempo devo anche fare un essenziale mea culpa: non ho reso molto onore al nome del mio blog, dato che finora sull'orizzonte delle mie ricette non è mai comparsa l'oblunga silhouette di una zucchina.

Provo a porre rimedio con questo ventesimo post, con una pasta estiva, fresca e vagamente aspra, ottima per ristorarsi dopo essere tornati a casa dal lavoro su un autobus (o altro mezzo di trasporto) pullulante di esseri umani accaldati e sudati.

A me è piaciuta l'idea di decorarla sul finale con un ciuffetto di menta, come se fosse un cocktail. E ho scoperto che il secondo giorno, sfacciatemente fredda di frigo , rende ancora meglio l'idea.



Ingredienti per 2 persone

1 zucchina
3 rametti di menta
2 ciuffetti di prezzemolo
2 cucchiai di olio d'oliva
2spicchi d'aglio
1 bicchiere di vino bianco secco
3 cucchiai di brodo vegetale istantaneo

Preparazione

Tagliare l'aglio a tocchetti piccolissimi, e lasciarlo soffriggere in padella con un cucchiaio d'olio. Aggiungere la zucchina, tagliata a tocchetti triangolari medio piccoli. Una volta che la verdura si è insaporita, lasciarla cuocere versando gradualmente il vino (nelle ricette non mennzionano mai un bicchiere intero, ma nella mia esperienza va sempre a finire così!) e il brodo.
Fare un trito di menta e prezzemolo, e aggiungerlo a fine cottura, insieme a sale e pepe (suppongo che anche una spruzzatina di succo di lime non farebbe affatto male).



 Devo dire che fino a poco tempo fa ero un po' sospettosa circa la menta nei piatti salati. Ma cercare l'ispirazione spinge anche a questo... voi, blogger seri e molto oltre i venti post, in quali piatti la usate? ;)

mercoledì 3 luglio 2013

non aprite quel cheesecake



Voglio SUBITO precisare che, nonostante il titolo del post richiami scenari raccapriccianti e le foto (fatte in fretta e in presenza di testimoni oculari che inibivano la mia artisticità)  non rendano giustizia, il mio primo cheese cake è stato un trionfo. Non poteva essere altrimenti dato che per una volta mi sono attenuta minuziosamente alla ricetta di mia mamma, che ha tanti difetti ma fa il cheese cake più buono che abbia mai mangiato! L'unica regola che ho infranto è di avere un po' forzato i tempi di raffreddamento e refrigerazione, creando così un effetto vagamente squacquero al taglio della torta. Lì per lì ho chiamato in causa il diametro della teglia, la quantità della panna in relazione alla dose di philadelphia o altre complicate equazioni, ma dato che al secondo round (la mattina dopo) la torta era perfettamente solidificata e spumosa al punto giusto, la verità è una ed è più semplice: dovevo tenerlo più a lungo in frigo, o (dato che le ore sono state rispettate) infilarcelo quando si era del tutto raffreddato dal forno. Forse così avrei anche evitato quel mega crepaccio sulla base della torta... che però si è aperto a forma di sorriso - e già da lì ho capito che era venuto buono!



Ingredienti

Per la crosta:
175 g di biscotti secchi tipo Oro Saiwa
75 g di burro

Per la crema:
500 g Philadelphia Light
300 g di panna fresca (per i più britannici: io ho usato la single cream, la double mi incute timore)
150 g di zucchero
un limone
3 uova

Per la salsa di fragole:
100 g fragole
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di succo di limone

Preparazione

Sbriciolare i biscotti molto finemente e amalgamarli con il burro fuso; con l'impasto  rivestire uno stampo di circa22 cm. pigiandolo delicatamente in modo che "salga" un pochino anche sui lati.
Spremere il  limone e passare il succo al colino, poi frullare formaggio, panna, zucchero, scorza e succo di limone finché saranno perfettamente amalgamati. Unire a questo punto le uova e frullare per altri 30 secondi.
Versare il composto nello stampo e cuocerlo per 45 minuti nel forno preriscaldato a 160°.
A cottura ultimata, lasciare raffreddare con pazienza la torta e metterla in frigorifero per 2 ore.
Sformarla delicatamente su un piatto e conservarla in frigoriferoper un altro paio di ore prima di tagliarla!



Prima di servire, decorare il cheese cake con la salsa. Io ho semplicemente schiacciato le fragole fresche con un po' di zucchero e limone, lasciando dei pezzettoni succosi. Ma la prossima volta, quando mi metterò all'opera con più calma e fiducia di riuscire, voglio cimentarmi in qualche topping più complesso. A questo proposito: avete consigli? Sono sempre graditissimi!

mercoledì 26 giugno 2013

pomodori ciliegini in forno - e pasta vagamente gratinata



Il mare non c'è, il caldo così così, feste e mattate varie sembrano appartenere ormai a un'epoca passata, MA per me l'estate continua a significare, se non altro, pomodori.
Pomodori e pomodorini, appena la temperatura aumenta anche solo un un pochino li mangerei a colazione pranzo e cena senza stancarmi mai. Crudi, cotti, ripieni crudi e ripieni cotti.
 
Stasera ho deciso di fare i ciliegini in forno come li fa mia mamma, e di costruirci intorno una pasta gratinata ma leggera e fresca, piena di saporini mediterranei.
Dato che il risultato non era né innovativo né fotogenico ho cercato di trasformare il tutto almeno in un esperimento di riciclo creativo, presentandolo in uno dei mille barattolini di vetro per alimenti che, dopo l'uso, lavo e metto via (tornerò sull'argomento forse, chissà...). Ho pensato che servita così, in porzioncine, questa pasta potrebbe essere un'idea simpatica per un antipasto o parte di un aperitivo sostanzioso, poi ho fatto caso che ero da sola e che non vi erano altre portate al mio banchetto, e ho mangiato il resto dalla teglia :)



Ingredienti (per una persona affamata)

10 pomodori ciliegini
2 spicchi d'aglio
80 g penne rigate
1 mozzarella
1 cucchiaino di pan grattato
olio d'oliva
sale pepe
origano
spezie (timo, basilico, peperoncino)

Preparazione

Tagliare l'aglio a fettine rotonde sottili, e i pomodorini a metà (cercando di non farli scoppiare... succede anche a voi vero?). Disporli con la metà tagliata all'insù su una piccola teglia, aggiungere un filo d'olio, sale pepe spezie e una spolverata di pan grattato. Infine su ogni, e dico ogni, pomodorino posizionare un pezzettino di aglio. Infornare a 180° per 20 minuti. Nel frattempo, cuocere la pasta, scolarla, condirla con un filo d'olio e le stesse spezie precedentemente usate per i pomodorini. A questo punto i due elementi sono pronti per essere disposti insieme, cementati da qualche fetta di mozzarella e dal restante pan grattato, e rimessi in forno per un altro quarto d'ora.



Un'altra considerazione che mi sento di fare, è che se non avessi il blog con tutta probabilità avrei mangiato la pasta all'olio e i pomodori crudi a parte. Quindi w il blog, direi.

giovedì 20 giugno 2013

pesche ripiene di riso al latte



No, vabè, dopo così tanti giorni di silenzio potevo forse spremere dalla mia zucchina qualcosa che comportasse un minimo di sbattimento in più, ma in fondo perché?
Come si fa il riso al latte fatto in casa penso che lo sappia ormai ogni singolo chicco di riso, però rivendico con un certo orgoglio di aver partorito l'idea di riempirci le pesche sciroppate tutta da sola (Ok, sono alte le possibilità che qualcuno mi faccia notare che no, in qualche piega della rete la ricetta c'era già. In tal caso piangerò un po', ma vi giuro che non lo sapevo!).
Inoltre, lo stampino per biscotti a forma di stella comprato mesi fa e finora mai usato ha avuto un esordio invero scenografico!




Ingredienti (per 4 persone non eccessivamente affamate)

4 mezze pesche sciroppate
1 bicchiere di riso bianco
2 bicchieri di latte di soia
3 cucchiai di zucchero
cannella
aroma di vaniglia

Preparazione

Il riso al latte consiste in pratica nel far bollire il riso nel latte e zucchero, fino a che tutto il liquido non è stato assorbito. Si ottiene una crema che si presta anche molto bene a essere "scolpita", come base per una torta di frutta (al posto della frolla), o in qualsivoglia altra forma. Ebbene con una spruzzata di cannella e di vaniglia questo allegro pastone si presta anche a riempire l'incavo delle pesche sciroppate, previamente allargato un pochino con uno di quei cucchiai per fare le palline da gelato.

Pochi minuti, poca fatica, un risultato fotogenico e digeribile. Fine perfetta di un pasto in cui abbiamo proposto ai commensali un cinghiale caramellato con contorno di peperoni e effettivamente non c'entrava altro, ma volevamo comunque sottolineare che sì, sappiamo fare anche il dessert.




giovedì 13 giugno 2013

frittelle di melanzane



Non so voi, a me in generale mangiare per strada non piace. Cioé, street food e mercatini gastronomici in una pigra domenica di sole sì, ma divorare un panino correndo verso l'autobus all'ora di punta, con la borsa e otto sacchetti della spesa no.
Tuttavia l'altro giorno in preda a un attacco di fame ho fatto proprio questo, anche perché avevo adocchiato uno stand a bordo marciapiede che vendeva una cosa chiamata "Aubergine Cakes". Ora, io le melanzane le adoro, per quella loro caratteristica spugnosità (che invece disgusta i detrattori di questo adorabile ortaggio!).
In queste cakes, che poi altro non erano che frittellone, ho anche trovato un'erbina che io di solito associo al salmone, e che dopo accurata ricerca google ho appreso essere l'aneto/finocchio selvatico. Un'associazione azzeccata in modo allucinante!
Ho quindi sentito l'obbligo di provare a copiare tale prelibatezza, e onestamente sono abbastanza fiera del risultato.

Ingredienti (per una ventina di frittelle)

1 piccola melanzana oblunga, tagliata a rotelle sottili
3 rametti di aneto/finocchio selvatico
olio extravergine d'oliva per soffriggere le melanzane
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
150 g di farina (io ho usato, con un piccolo azzardo, quella autolievitante per dolci. Sono ancora qui)
200 g latte
2 uova
sale
pepe
peperoncino
cumino (ormai l'ho comprato, devo metterlo ovunque)
olio di semi per friggere



Preparazione

Tagliare le melanzane e farle soffriggere in olio d'oliva con la cipolla a tocchettini e l'aglio schiacciato. Sì, avete capito bene: in questa storia un po' unta le melanzane si friggono 2 volte.
Nel mentre, preparare la pastella: unire la farina, il latte e i tuorli d'uovo. Montare gli albumi a neve in una terrina separata, e incorporarli piano piano al composto. Lasciarlo quindi riposare un quarto d'ora. Nel frattempo, scolare le melanzane e tamponarle con dello scottex per assorbire l'olio. A questo punto si uniscono alla pastella le spezie e l'aneto sminuzzato, e si comincia a scaldare l'olio non d'oliva per la frittura definitiva. Tuffare una-due rotelle di melanzane nella pastella e tirarle su con un ramaiolo (o come si chiama quel cucchiaio rotondo per zuppe... mi affido al vostro acume di lettori se la parola non è giusta!) in modo da poter versare nella padella una cucchiaiata tonda alla volta, per creare delle frittellone. Ripetere l'operazione fino a esaurimento ingredienti. Tamponare i sensi di colpa con lo scottex, o accompagnando le frittelle con un'insalatina scondita e patate lesse.




lunedì 10 giugno 2013

Chili senza Carne - o svuotadispensa





Avete presente quando dallo scaffale della dispensa vi guardano, con rassegnazione e vago disprezzo, le scatolette?
Le scatolette di mais, di fagioli, di verdura già lessata che avete comprato un giorno, quel giorno, in cui vi immaginavate non so, l'avvento di un disastro nucleare, o più semplicemente pensavate che sarebbe arrivato il momento in cui sareste stati troppo pigri non solo per cucinare qualcosa di fresco, ma anche per ordinare una pizza a domicilio?

Se questa cosa succede anche a voi, ve lo dico: il chili senza carne è un ottimo metodo per disfarsi, creativamente, di varie scatolette in un colpo solo: i fagioli (essenziali), la passata di pomodoro, il mais, e qualsiasi altro vegetale in grani pallini o pezzetti sia sepolto dietro la vostra collezione di spezie, aromi, confezioni di tè; o ancora all'ombra della busta dei cereali della colazione, nel più irraggiungibile recesso dello stanzino.

L'unica cosa che seve di fresco, a mio parere, è il prezzemolo.

Ingredienti necessari (per 2-3 persone)

Una scatoletta di fagioli (preferibilmente rossi)
Passata di pomodoro
Due cipolle rosse
Due spicchi d'aglio
Peperoncino in polvere
Un cucchiaino di cumino
Prezzemolo fresco
Due cucchiai di olio extra vergine di oliva
Riso lessato per accompagnare

Preparazione



Abbastanza prevedibilmente, tutto comincia con il soffritto di cipolle tagliate a tocchetti e aglio schiacciato. Poi io aggiungo, nell'ordine, i fagioli per far evaporare un po' della loro acquetta, la passata di pomodoro, sale e pepe, spezie (il cumino è stato un salto nel buoi ma fidatevi, ci sta strabene), e poi, mentre il riso cuoce, tutto il resto: mais, o piselli e carotine a tocchetti, o un peperone fresco, o quelle tristissime patate novelle già lessate, tagliate a rotelline.
Da ultimo, le fogline di prezzemolo fresco, lavate e spezzettate ma non troppo, amalgamate al resto ma lasciando un rametto per decorare. Perché anche se non si tratta di altissima cucina, un po' di scena va fatta comunque!

 E il modo di fare scena si trova, si trova...


PS Lo so,  lo so, lo so!!! Le forchette nelle foto non sono uguali! Una sconfitta per una simmetrica ossessiva come me. Ho rimediato suddividendo il piatto in 2 parti uguali!






martedì 28 maggio 2013

torta cioccobanana autogestita (il tempo di una pasta) - più una sorpresa!

Avevo scritto la "brutta copia" di questo post domenica sera, senza poi postarlo perché non avevo avuto tempo di editare le foto. Lo pubblico ora, anche se la ricetta mi sembra scarna e lontana di fronte al fatto che HO APPENA SCOPERTO DI AVER RICEVUTO IL MIO PRIMO BLOG AWARD! Che acquista anche più valore dato che me lo ha assegnato un blogger-cuoco che scrive deliziosamente, cioè lui . Grazie Monsieur Tatin, sono onorata! E questa torta, anche se fatta senza grammi, milligrammi, litri e centilitri (quindi totalmente agli antipodi dal tuo gusto) è dedicata a te!



Io non so come fate voi, blogger forse non professionisti ma professionali, a sfornare (letteralmente...) tante cose belle e buone, a distanza di pochi giorni l'una dall'altra, con foto deliziose, e nel frattempo ad avere una vita che immagino contenga un lavoro e/o dello studio, delle relazioni umane di qualsiasi natura esse siano, animali domestici, .
No, dico, siete bravi!
Perché io stasera ho gettato uno sguardo sulle prossime due settimane e (non che io sia impengata in chissà quale carriera o folle vita, ma in ogni caso) ho visto che probabilmente non ci sarà granché spazio per il mio ancora piccolo e fragile blog. Ovvero rischierò di perdere la mia ancora MOLTO fragile propensione a scrivere qui sopra.

E ho pensato: questo non deve accadere. Ma ho anche pensato: sono stanca, in casa non ho quasi niente, non ho voglia di mettermi a fare, o peggio ancora a inventare, qualcosa di elaborato. E così, mentre preparavo una tristissima pasta al pesto che era la mia solitaria cena, ho deciso di provare a me stessa che sì, sono all'altezza delle mie ambizioni (si sono ridimensionate molto da quando volevo fare la ballerina e l'alrcheologa e vincere il nobel per la letteratura e salvare, direttamente o attraverso la mia fulgida opea letteraria, vite umane): sono o non sono capace di fare una torta A OCCHIO?



La ricetta è quindi più scarna e veloce del solito (!): si presta infatti a essere frettolosamente realizzata (cottura esclusa) nei 10-12 minuti in cui cuoce la pasta. Il risultato è un po' troppo poco dolce per essere perfetto, ma comunque una più che dignitosa, e soffice, torta da inzuppare nel latte, nel caffé o in qualsiasi cosa amiate bere per colazione.

C'è inoltre di buono che il mio cacao, di cui erano rimasti solo 40 grammi, scadeva alla fine del mese!


Ingredienti

100 g farina autolievitante
50 g burro (questo c'era)
40 g cacao in polvere (questo c'era)
40 g farina di cocco (per fare pari)
2 uova
1 bicchiere di latte
1 cucchiaino di lievito
1 cucchiaino di ginger in polvere
2 banane tagliate a rotelline sottili

Preparazione

Preriscaldare il forno a 180°.
Unire gli ingredienti (prima i secchi poi gli umidi, il burro come sempre sciolto nel pentolino, e tenendo per ultime le banane), mescolare energicamente con il mestolo di legno.
Versare il composto in una teglia quadrata di cm e infornare per 25 minuti.



*per correggere la scarsa dolcezza sarebbe probabilmente raccomandabile, una prossima volta, un dolce frosting. Consigli? 

mercoledì 22 maggio 2013

cupcake nocciole e albicocche al tè

Allora, in pratica è successo che per la ricetta dello scorso post avevo comprato veramente una caterva di nocciole, quando in realtà ne ho utilizzato solo una manciatina. Quindi mi sono ritrovata a sgranocchiare compulsivamente quelle che mi erano avanzate, una dietro l'altra in modalità scoiattolo. E' stato lì, quando ho cominciato a chiedermi dopo quanti giri di mandibola mi sarebbe cresciuta la coda, che ho capito di dover riciclare le nocciole in qualche modo. Cosa più facile e veloce di qualche dolcetto?



La ricetta di questi cupcakes sarebbe dunque semplice e banale, se non fosse per quello che è successo alle albicocche.
 No, perché le albicocche erano secche, nel senso, essiccate. Piatte come sogliole, dolcissime e parecchio durette, quando invece per il ripieno di dolcetti e pasticcini la frutta dovrebbe essere polposa e umida per dare quell'effetto sorpresa del ripieno, e nel nostro caso per controbilanciare la nocciolosità delle nocciole spezzettate.
Così ho preparato il tè (una generosa infusione di tè nero con due gocce di limone), l'ho versato in un barattolo e ci ho messo a bagno le albicocche, poi l'ho tappato e sono andata a dormire, smettendo dunque di sgranocchiare nocciole in modo da lasciarne qualcuna per il giorno dopo.
La mattina dopo ho riaperto il barattolo e... magia! Le albicocche erano praticamente tornate alle dimensioni originarie, tonde e spugnose, solo un pochino meno dolci ma profumate di tè e pronte per costituire un ripieno coi controco... noccioloni per i miei cupcakes!



Ingredienti
per 6 cupcakes grandi.
(metto gli ingredienti per 6 perché, anche se auguro a tutti voi di avere ogni giorno dieci amici a colazione, intorno alla mia tavola raramente siamo più di due, e quelle ricette da dodici-venti unità costringono la cuoca a ingozzarsi, a inseguire il commensale urlando "mangia!", o a far avanzare i cupcakes per vari giorni)

125 g farina autolievitante
100 g zucchero
90 g burro
1 uovo
1 bicchiere di latte (la sottoscritta preferisce di soia)
1 cucchiaino di lievito
alcune nocciole tagliate a metà
12 albicocche di cui sopra, tagliate in tre-4 striscine
qualche goccia di essenza di vaniglia



 Procedimento

Scaldare il forno a 180. Unire la farina, lo zucchiero e il lievito (sì, anche con la farina autolievitante. Non c'è mai abbastanza sofficità al mondo) in una terrina, fare la classica fontana e aggiungere il latte, l'uovo e il burro, che avremo sciolto in un pentolino. Mescolare fino a ottenere una crema liscia, quindi aggiungere l'essenza di vaniglia. Versare il composto negli stampini in silicone, e solo allora aggiungere le nocciole e due albicocche in pezzi per cupcake (forse è superstizione, ma così mi sembra che questi elementi pesanti non si posino sul fondo del composto ma rimangano più centrati). Infornare per 25 minuti, o finché la casa non si riempirà di odore di tortine non ancora bruciate. Per verificare la cottura, c'è sempre lo stecchino.

domenica 19 maggio 2013

Tempo da purè (con nocciole e zafferano)



Anche se mi pare di aver espresso le mie opinioni sul meteo già in abbondanza nella breve vita del mio blog, mi trovo a dover rivisitare un concetto: è quasi giugno ma quassù fa ancora freschetto. Cioè, un freschetto un po' anomalo anche per Londra. Tipo che sarebbe l'ora di portarlo in lavanderia il ca**o di giacchetto imbottito tardo-autunnale, e invece nulla.



E dato che in tutto questo un bel piattone di purè (ma il modo in cui lo faccio io secondo me si definisce meglio col termine patate mascè come dicevano le nonne) continua a starci piuttosto bene, ma ci siamo tutti un po' stancati della versione tradizionale, ho pensato di provare una variante di cui avevo letto mesi fa. La ricetta è semplicissima perché, non avendola studiata a fondo allora, mi sono trovata a improvvisarla. Il colore è entusiasmante (e molto estivo) e le nocciole a pezzettoni, oltre che fonte di fibra come dicono quelli seri, rendono il pranzo energizzante anche in vista dell'ennesimo pomeriggio uggioso!

Ingredienti

4-5 patate medie
4 cucchiai di olio d'oliva
4 cucchiai di zafferano in polvere
100 g di nocciole
4 cucchiai di panna liquida (NON la panna da cucina, la panna liquida non zuccherata da montare)


sale

Preparazione

Il mio procedimento per le patate mascè deve essere più rozzo e primordiale della classica ricetta del purè, dato che il risultato è cremoso ma meno liscio, con qualche pezzettoncino (pezzettoncino?) che rimane nell'impasto. In pratica pelo le patate, le taglio in due o tre, e le faccio bollire fino a che non sono belle morbide. Poi le scolo, prendo quello che google mi ha appena confermato essere lo schiacciapatate verticale, e si salvi chi può. Quando sono abbastanza contenta del risultato, faccio cuocere ancora un pochino con un cucchiaio di latte finché non viene assorbito del tutto.



Il che non differisce molto da quello che ho fatto stavolta, con la differenza che mentre le patate cuocevano ho tagliato grossolanamente le nocciole e le ho tostate su una padella, sulla quale poi ho scaldato lo zafferano in un po' d'olio d'oliva. A quel punto ho aggiunto le patate mascé, mescolando fino a che il colore giallo sole non ha coperto del tutto il colore giallo patata, e ho continuato a scaldare un po' aggiungendo piano piano la panna, il sale, le nocciole.

E ho mangiato tutto così, senza neanche una foglia di insalata o uno spinacio a contorno. Giallo sole, speziato (ma non troppo, tipo che un risotto allo zafferano carico è assai più forte) e croccante. Con i pezzettoni di patata che forse sono una prova della mia pigrizia nel ridurre in purea, ma che almeno lo fanno durare di più!

Qualcuno ha altri consigli per movimentare un purè?